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Stampa e integrazione scolastica: un episodio che fa discutere...

Pubblichiamo il comunicato ricevuto dal Comitato per l'Integrazione Scolastica degli Handicappati relativo a un episodio di "cattiva integrazione" avvenuto a Torino e ripreso in maniera alquanto discutibile dai principali quotidiani nazionali.


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Nessuno vuole sedersi vicino al compagno handicappato[inizia lo scaricamento del file]


Ci riferiamo agli articoli “Nessuno vuole sedersi vicino al compagno handicappato” e “Handicappato stacci lontano” comparsi con grande rilievo nella cronaca torinese della Stampa e della Repubblica del 31 gennaio scorso.
Il clamore con cui è stata diffusa la notizia di una vicenda deplorevole ma assolutamente isolata rimanda un’immagine del mondo giovanile e della scuola che non risponde alla realtà.
E' importante che gli amministratori trovino il tempo per discutere dei problemi ancora da risolvere nel mondo della scuola e dell’handicap e che i quotidiani riservino spazio per un confronto su tali problematiche, ma il dibattito si deve svolgere con la presenza di tutti gli interlocutori, senza grida di allarme scomposte ed ingiustificate che rimandano alle famiglie un’immagine distorta della realtà.
Lavoriamo da quasi vent’anni con le famiglie dei ragazzi diversamente abili e con le scuole che li accolgono ed abbiamo avuto la possibilità di incontrare studenti delle scuole superiori che hanno in classe come compagni giovani con disabilità anche molto gravi. Alcuni di loro sono intervenuti ai nostri convegni rappresentando uno straordinario livello di coinvolgimento e di attenzione.
Conosciamo una realtà nazionale e locale disomogenea per quanto attiene il livello di qualità degli interventi di integrazione. Nelle nostre scuole ci sono certamente ancora molti problemi da risolvere.
Gli allievi con gravi difficoltà nell’autonomia personale, nella comunicazione e nella relazione spesso nella scuola secondaria non ricevano dagli enti locali gli aiuti indispensabili per una buona integrazione, è in atto da anni un palleggio di responsabilità fra province e comuni di cui i ragazzi, le scuole e le famiglie pagano le conseguenze.
I docenti non vengono coinvolti in iniziative di aggiornamento sui problemi dell’handicap per cui spesso la gestione dei progetti educativi è delegata quasi totalmente agli insegnanti di sostegno.
Ma la buona accoglienza da parte dei docenti e dei coetanei è uno sfondo rassicurante che la scuola italiana presenta in modo generalizzato.
Non ci allarma quindi l’episodio in sé ma il rilievo eccessivo che alcuni amministratori e gli organi di stampa hanno ritenuto di dover dare alla vicenda.
Nessuno racconta le storie di solidarietà, di accoglienza, di collaborazione che si svolgono quotidianamente nelle nostre scuole, ma basta un fatto deprecabile, perché questo assurga agli onori della cronaca e diventi argomento di dibattito ed elemento di preoccupazione per alcuni amministratori che non sempre hanno prestato attenzione alla complessità delle problematiche riferite all’integrazione scolastica delle persone in situazione di handicap.
Spetta ai docenti di quel consiglio di classe, di quella scuola, confrontarsi, “preoccuparsi” e programmare azioni educative, non tanto per favorire l’integrazione dello studente diversamente abile, ma per assolvere al principale compito della scuola: formare cittadini che riconoscano nei principi della giustizia, dell’uguaglianza, della solidarietà, del rifiuto delle discriminazioni i fondamenti del vivere civile.
Quella scuola saprà certamente cogliere questa sfida e la presenza di un allievo in situazione di handicap o della compagna straniera potrà diventare, come quasi sempre succede, il pretesto per un percorso educativo sulla convivenza democratica.

Il Presidente
Marisa Faloppa

Comitato per l'Integrazione Scolastica degli Handicappati
Via Artisti 36 - 10124 Torino
Telefono 011 889484 - Fax 011 8151189
e.mail : handicapscuola@libero.it
URL: http://digilander.libero.it/handicapscuola