"Una cooperativa chiamata terra ferma: approdo o punto di partenza?"
L'esperienza di integrazione sociale e lavorativa della cooperativa "Terraferma" di Ferrara. Testimonianza a cura di Valentina Zappaterra - SVT Università degli studi di FerraraPerché terraferma ? Non so perché non l'ho chiesto, ma forse è meglio, così chiarisco una possibile metafora e trovo il perché di una storia.
Terra! Terra! Gridavano i marinai dopo un lungo e travagliato viaggio per mare, alla scoperta di nuove rotte e scali commerciali e giunti sulla terra ferma, finivano con lo scoprire nuovi mondi.
Terraferma si lega a " orizzonte", " sicurezza", " salvezza", perché, tornando ai nostri marinai, quando all'orizzonte intravedevano la terraferma, erano sicuri di potersi salvare. A questo punto credo di essermi avvicinata al significato che volevano comunicare coloro che hanno dato il nome alla cooperativa di lavoro, di cui vorrei parlarvi.
Le famiglie che crescono ed educano i loro figli, che sono nati od hanno acquisito un deficit , cercano in ogni modo di attenuare lo svantaggio, che esso comporta rispetto alla possibilità di vivere una vita, nella quale possano assumere gradualmente una parte attiva . Iniziano così una navigazione ed una esplorazione, che partendo da bisogni sconosciuti, cerca spiegazioni, consigli, aiuti .
In Italia negli ultimi 30 anni si sono fatti passi veramente importanti per la diffusione di una cultura dell'integrazione, però sappiamo anche con quali difficoltà e limiti!
Indagando sulle possibilità dell'offerta sociale attraverso un gruppo di studio formatosi all'interno del semestre aggiuntivo(gen-giugno 2002) della SSIS DI Ferrara per la formazione di insegnanti di sostegno, si è constatato che di vera integrazione si può parlare solamente all'interno delle istituzioni scolastiche.
Dopo i diciotto anni o il completamento di un percorso di scuola superiore, o dell'università, vi è un territorio quasi deserto.
La maggior parte dei ragazzi con deficit motorio o psichico, se non ritorna in seno alla famiglia, viene introdotto in centri protetti, gestiti dalle Asl o da associazioni di volontariato, in cui " gli handicappati " si integrano tra loro, con l'aiuto di assistenti allo scopo di acquisire o migliorare abilità e competenze, ma fino a quando?
Vi sono centri protetti che assistono fino ai 25 anni, altri in modo indefinito. Qualcuno di loro riesce ad essere inserito, mediante stages, in aziende, dove, alle volte, si passa, anche grazie alle leggi in materia e agli sgravi fiscali, alla loro effettiva assunzione.
Non è difficile capire che questa via rappresenta l'ideale, perché nella nostra Repubblica è attraverso il lavoro che una persona acquisisce la sua dignità e si integra a pieno titolo nella società. Il caso di costoro è ancora l'eccezione e per tutti gli altri, che non potranno mai costituire un investimento per un'azienda o produrre in modo competitivo?
A differenza di altre cooperative di genitori, nate per dare un senso alla vita dei propri figli, TERRA FERMA rappresenta tutti quelli che con fantasia e coraggio e si mettono sul piano della realtà economica, sfidandone le leggi : offrono lavoro vero, servizi di utilità quotidiana, come lavori di sfalcio, manutenzione di giardini, allestimento di aiuole fiorite, sia ai privati che ad enti pubblici, partecipano a regolari gare di appalto.
E l'integrazione? I soci con handicap sono coordinati da un solo tutor, un ex insegnante di sostegno. Attualmente hanno consolidato autonomia di spostamento, di cura personale, stanno imparando a valutare il denaro, utilizzano strumenti con cui sanno lavorare e producono risultati tangibili, stabiliscono tra loro indispensabili rapporti di amicizia e di aiuto reciproco. Certamente con tempi e ritmi diversi, nel rispetto di esigenze particolari.
E i loro genitori? Per ora sono pienamente coinvolti nei lavori, soprattutto se il tutor deve assentarsi e fino a quando non si realizzeranno veramente degli utili, tali da consentire l'assunzione di altri tutor.
Cosa possiamo pensare di questa iniziativa?
Sicuramente che rappresenta un'alternativa importante al lavoro dipendente, che partendo dall'iniziativa privata di singoli cittadini, ha creato lavoro e può diventare una "cooperativa di lavoro per l'integrazione socio-lavorativa delle persone con handicap", quando ai genitori si sostituiranno altri giovani, che stanno cercando lavoro, disposti a mettere al primo posto la collaborazione con chi è diverso e che abbiano una concezione di vita, in cui il lavoro diventi una pratica di etica quotidiana, intendendo con questa parola un agire che lascia o dà spazio anche agli altri, senza competizione, dove ognuno possa fare la sua parte in base alle proprie possibilità, ma sia accettato come persona con pari dignità.
Questo è l'augurio che un gruppo di futuri insegnanti di sostegno e a nome loro, i SVT del tirocinio dell'Università degli studi di Ferrara, fanno a tutti i soci di TERRA FERMA e a tutti coloro che sapranno raccogliere questo invito, cimentandosi in moltissimi settori artigianali di utilità sociale.
Un ulteriore invito è però rivolto alle Istituzioni pubbliche e alle Banche perché appoggino e finanzino quelle iniziative che si possono definire " cooperative etiche ".
Valentina Zappaterra
Per informazione rivolgersi a:
Terra Ferma, via Conca,75
Malborghetto di Boara
44040 Ferrara
Tel. 340/7353990 o 348/7610555
E-mail: info@terraferma.fe.it
Internet: http://www.terraferma.fe.it
Per chi vuole approfondire online:
FADIS: "Didattica metacognitiva per un apprendimento significativo" a cura di Valentina Zappaterra
FADIS: "Proposte didattiche – perché ogni classe sia speciale" Manuale di pedagogia e didattica per il sostegno a cura di Valentina Zappaterra, presentazione di Andrea Canevaro, Este Edition.